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  • Immagine del redattoreSimone Marchetti

Siamo fatti per plasmare la realtà

Ho fatto da poco un'operazione immobiliare importante, che non c'entra nulla con investimenti e finanza personale. C'entra con la mia nuova casa, uno dei luoghi dove andrò a vivere in pianta stabile dalla fine di quest'anno.


Una volta entrato in casa, prima ancora di pensare ad aspetti fondamentali e tecnici dell'immobile, il mio cervello si è subito occupato di "estetica", ovvero cercare di ritrasformare quello spazio secondo i miei gusti e necessità personali.


Quando entri per la prima volta in una casa, possiede le tracce lasciate da chi ci ha abitato prima, le loro abitudini, le loro preferenze, dove vanno messe le tovaglie o altri oggetti, le decorazioni varie e via dicendo. Una delle prime cose alle quali ho pensato è stata proprio il riorganizzare tutto per adattarlo alle mie preferenze. Sono abbastanza fissato con il riempire gli spazi ed in generale con la resa estetica degli interni, quindi spesso acquistare dettagli apparentemente insignificanti ed iniziare a mettere chiodi appendendo roba sulle pareti, viene prima del comprare le pentole che magari mancano o i detersivi per la lavatrice. ​


Mentre ancora oggi mi occupo di questa operazione, penso a come in fondo questo non stia facendo altro che replicare un atteggiamento abbastanza comune e frequente nella storia dell’essere umano: si entra in un nuovo ambiente e lo si colonizza portandoci dentro la propria identità. Se chi c’era prima aveva un’identità diversa, si rimuove tutto e si crea da capo. Se chi è presente in quell’ambiente è profondamente diverso, si prova a rimuovere pure lui, e con lui tutto il suo impatto sull’ambiente. Funzionamento base delle dinamiche tra popoli invasori e invasi nella storia. A parte questa estremizzata analogia, la cosa mi ha fatto riflettere sul come siamo naturalmente portati (o almeno, io lo sono) a trasformare la realtà secondo la nostra identità e la nostra personale visione della realtà. A conquistarla per renderla nostra. A crearne una nuova.


Il messaggio finale è proprio quello di essere affamati di tutto questo. Avete una visione della realtà che dovrebbe caratterizzare la vostra vita? Una visione di come vorreste la vostra vita? State cercando di crearla? Oppure vi limitate solamente ad immaginarla senza mai agire? Questa “fame” ha spinto nei secoli l’essere umano a fare imprese incredibili e a creare prodotti altrettanto incredibili. Nel proprio piccolo, credo che sia quantomeno obbligatorio provare a fare lo stesso con la propria vita, ad iniziare il mondo, il proprio mondo, provare a scrivere la propria storia come la si desidera e poi renderla, nella realtà, ciò che inizialmente sembra essere solo un prodotto della propria identità. A partire dai dettagli, come la parete di una stanza, fino alle cose più grandi.

Cosa fare nella vita non è una checklist

Nell’ultimo articolo sul life design, ho voluto dare delle direzioni generali sul come affrontare al meglio l'arrivo nei 30 anni e di conseguenza su ciò che va invece fatto nella fascia d'età preceden

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