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  • Immagine del redattoreSimone Marchetti

Due parole sull'Intelligenza Artificiale

Ho pensato di iniziare con le pubblicazioni del nuovo anno toccando un tema che ho approfondito molto ma del quale non avevo ancora parlato realmente ed in modo articolato. Sto parlando dell'Intelligenza Artificiale, dell'IA, dell'AI o come preferite chiamarla. In sostanza, citando fonti più autorevoli, la definizione più comune è qualcosa di simile: "l'abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l'apprendimento, la pianificazione e la creatività".


Non ha senso specificare il perché ritengo si stia vivendo una fase di rivoluzione come poche altre nella storia dell’uomo. Per me l’ultima di portata simile forse è stata l’introduzione di internet, ma probabilmente non è paragonabile nemmeno a ciò che arriverà con l’utilizzo massivo dell’IA. Non ha nemmeno senso provare a dire come andranno le cose perché siamo chiari: non lo sa nessuno. Io non lo so, voi non lo sapete, si possono solo fare supposizioni ma resterà una grande incognita.


Quello che è certo, è che non si potrà arrestare. In primo luogo perché il tutto si muove a velocità maggiori della nostra capacità di renderci conto di quanto velocemente stia andando, e poi perché sempre, nella storia dell’uomo, le grandi innovazioni tecnologiche sono inarrestabili.


Da un lato, c’è il fattore comfort. L’essere umano tenderà sempre naturalmente a ricercare una maggiore situazione di comfort e il progresso tecnologico ha sempre aumentato il comfort e la facilità nel superare ostacoli, per cui verrà accolto con meno resistenza di quanta ne servirebbe per resistergli o opporsi ad esso.

L’altro aspetto è che per quanto si possa pensare di ostacolarlo o rallentarlo per capire cosa farci, come proposto in una lettera aperta di Elon Musk e soci, nel frattempo ci sono privati e aziende che avendo notato la velocità con cui hanno potuto risolvere i loro problemi lavorativi ed aumentare i profitti grazie all’IA, di certo non si sono fatti scrupoli e hanno continuato ad usarla. L’avidità è un altro grande motore che tende a muovere naturalmente le persone, in molti casi.


Non dico sia impossibile ostacolare queste spinte automatiche che abbiamo, ma accoglierle viene facile, respingerle richiede sforzi, e potete immaginare in media quale delle situazioni tenderebbe a prevalere nella massa.


Altra certezza: tante realtà sociali e lavorative verranno stravolte. Alcune professioni spariranno e altre ne nasceranno. Bisognerà, per molti, sapersi reinventare ed adattare. È sempre successo nei periodi di grande rivoluzione tecnologica e sempre così sarà. ChatGPT è solo la punta dell’iceberg, così come i programmi che creano immagini dal nulla. Vi faccio un altro esempio magari poco noto: esistono software con IA in grado di leggere un video, analizzare gli elementi presenti, capire quali elementi sono sulla scena, ricreare un modello spaziale 3D dell’ambiente del video e di conseguenza mettere a fuoco solo determinati piani dell’immagine. Eccone QUI un esempio pratico. Immaginate quanto inutili potrebbero risultare tante strumentazioni video, tanti obiettivi fotografici, almeno per buona parte dell’uso non professionale, ovvero nel Cinema o nelle produzioni commerciali ad alto budget, che rientrano in una percentuale minima del mercato di quel tipo di strumentazione.


O anche, l'implementazione sempre più avanzata dell’IA nei veicoli militari o in altri mezzi di trasporto. In pochissimo tempo (pochi anni), raggiungerebbero un livello di autonomia e precisione tale da rendere superfluo il ruolo di diverse figure professionali.


Ma immaginate anche l'impiego dell’IA nella diagnosi medica, nella chirurgia robotica, nella diagnosi precoce, nella terapia microinvasiva (diabetici e pompe di insulina sottopelle, ad esempio).


È evidente che vi saranno miglioramenti e peggioramenti come sempre è avvenuto nelle rivoluzioni tecnologiche. Magari molte persone saranno ancora più alienate, magari no. Magari non ci sarà più il bisogno di lavorare per tutti e vivremo di filosofia come facevano i greci (mentre il lavoro sporco lo facevano gli schiavi), oppure no. Non lo so. Non posso saperlo, posso solo immaginare.


Per cui, non c’è molto da fare. Personalmente vivo la diffusione su larga scala dell’IA con un misto di curiosità, meraviglia e paura ancestrale. Non so cosa riserverà il futuro. Eppure come diceva Eschilo “il futuro lo conoscerete quando sarà arrivato, prima di allora dimenticatelo e concentratevi sul presente”. Questo perché, tanto, non ha senso vivere con il terrore l’idea di come potrebbe essere il domani e perdersi quanto di positivo possiamo vivere ora, nel presente.


Stiamo per vivere una nuova epoca dello stupore e dell’incredibile come pochissime altre nella storia dell’umanità e alle cui fasi di inizio ancora meno persone hanno potuto assistere. Quello che ci riserverà andrà affrontato come tutte le cose di questo mondo dove tutto, piaccia o meno, è destinato a cambiare continuamente sottostando all’unica legge fondamentale: la sopravvivenza del più adatto.

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