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  • Immagine del redattoreSimone Marchetti

Quale intelligenza?

Recentemente, nel corso di un meeting con la community, è nata una discussione relativa all'importanza di un alto quoziente intellettivo (d'ora in poi QI) nel determinare la resa in campi come, ad esempio, lo studio. Questa cosa mi ha fatto riflettere e ho pensato di scriverci due righe a riguardo.


In generale questa associazione non mi trova molto d'accordo.


Prima di tutto perché per essere performanti nello studio (cioè avere ottimi voti, che è l'unico modo realistico per definire l'essere o meno performanti), servono costanza e impegno, non molto altro.


A parte alcune discipline dove avere una buona base di capacità "logiche" può fornire un chiaro vantaggio di partenza, nel complesso il trucco per prendere buoni voti è studiare con costanza e perderci tempo e attenzione in quello che si fa. Poi si va all'esame, si dicono le cose nel modo giusto e grossomodo ecco servito il buon voto.


Di per sé questo è indice dell'aver davvero imparato una cosa? Forse sì o forse no, non è questo il punto, ma sicuramente porta a voti buoni e di conseguenza all'idea di uno studio performante.


L'altro problema è che il QI non si correla più di tanto con la capacità di imparare, saper studiare, prendere buoni voti o essere dei cervelloni super intelligenti e capaci.


Non esiste una sola forma di intelligenza e il QI valuta la cosiddetta "intelligenza fluida", che detto in parole povere è un po' la capacità di risolvere problemi senza nozioni a priori, diciamo un mix fra essere svegli, perspicaci, avere intelligenza "da strada" e saper trovare soluzioni logiche senza conoscenze a priori.


Per fare un esempio: se una persona si trova per la prima volta a dover usare una metropolitana e vede davanti a se il grafico delle varie linee intrecciate fra loro, l'intelligenza fluida entra in gioco per fargli "capire" come funziona quel grafico in modo da decifrare il sistema di collegamento della metro. È un esempio un tantino tirato ma a grandi linee è così.


Viene contrapposta (ma non dovrebbe) all'intelligenza cristallizzata, che invece è legata al saper utilizzare informazioni "cristallizzate" nel cervello grazie a studio, esperienze e nozioni a priori, per risolvere problemi nuovi. Per esempio, quando smontiamo un computer nuovo avendo però già conoscenze basilari di come sono fatti i pezzi di un pc, a cosa servono e dove vanno inseriti. Le due intelligenze non si escludono, lavorano insieme, e non sono le "uniche" forme di intelligenza. Senza entrare troppo nello specifico però, il tema centrale è che il QI testa solitamente l'intelligenza fluida, il cui test più famoso è tramite le matrici di Raven e altri strumenti del demonio.


Quel che va compreso però, è che avere un QI alto non significa necessariamente essere "bravi" in tutto. Sicuramente delinea alcune capacità di intelligenza, ma quanto saranno poi realmente utili e determinanti, beh, dipende.


Tornando all'argomento dei voti e dello studio correlati al QI, il tema diventa ancora più insensato. Io ho un QI piuttosto alto. Saputo anni fa, partecipando ad uno studio su queste cose. Le matrici di Raven me le mangio a colazione.


Eppure ho avuto numerosi compagni, colleghi e conoscenti che alle superiori e nei loro corsi all'università rendevano molto più di quanto non abbia mai fatto, nonostante poi per tutte le altre cose "non sapessero fare la O con il bicchiere", come dice mio nonno.


Al di fuori dello studiare, zero. Zero capacità di problem solving, zero creatività, inventiva, "chiaviche totali" come direbbe qualcuno. Ma come studenti erano eccellenti. Gli è servita questa disparità di QI durante gli anni dell'università? No. Hanno fatto meglio di me da un punto di vista di voti e tempi? Sì.

Nel mondo del lavoro le cose sono cambiate? Sì, e certi aspetti carenti sono diventati molto più importanti, ma non è questo il punto.


Il punto è che se ci si limita a credere che il QI possa essere identificativo di capacità straordinarie o peggio, che alte performance "scolastiche" siano indici di alto QI o capacità fuori dal comune, si fa un grosso errore di valutazione. Esistono diverse forme di intelligenza, e il prevalere dell'una o dell'altra può portare a diverse tipologie di vantaggi. Quanto siano tutte più o meno applicabili, beh, questo è da vedere e dipende da altri aspetti dell'individuo e da quello che deve fare.


Costanza, azione, perseveranza, il più delle volte portano a termine più obiettivi della pura intelligenza grezza e inarrivabile.

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