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  • Immagine del redattoreSimone Marchetti

La vita è un test di intelligenza

Una volta postai su Instagram una storia con un commento satirico, il cui contenuto non è importante, ma faceva riferimento alla Generazione Z. Una persona subito risposte alla storia chiedendomi cosa volesse dire "Generazione Z", al quale ho risposto che Google era suo amico. ​


Si è un po’ offeso, ma non me ne è mai fregato molto. ​


La faccenda, però, mi ha portato a fare una riflessione. Questa persona aveva uno smartphone con una connessione ad internet tra le mani, con il quale avrebbe perso due secondi per chiarire il dubbio che aveva. Invece ha preferito chiedere, convinto che probabilmente non avrebbe ricevuto una riposta in tempo breve, o non l’avrebbe ricevuta affatto. ​


La cosa mi ha portato a riflettere sul fatto che la vita è un test di intelligenza. Soprattutto per quanto riguarda il trovare soluzioni a problemi, anche i più banali. Per essere chiari, l’esempio di prima è banalissimo, ma il modus operandi è ciò che conta davvero. ​


Quando ho un dubbio su qualcosa, o sento nominare qualcosa che non conosco e mi balena in mente il pensiero “cosa sarebbe questo?”, automaticamente me lo vado a cercare da qualche parte. Non aspetto che qualcuno me lo spieghi. Stessa cosa quando ho un problema. Se la lavatrice è intasata, non aspetto che qualcuno mi dica come risolverlo. Cerco. Uso Google. Cerco anche come contattare un idraulico se necessario.


Il punto non è tanto la gravità del problema da risolvere, ma l’approccio al problema stesso. La tendenza naturale a ricercare la soluzione. Intelligenza è tante cose, ma è anche questo: sondare le risorse disponibili e cercare una soluzione efficace il prima possibile.​


Ultimo esempio: un giorno a lavoro (molto tempo fa), poiché dovevo sistemare al pc alcuni documenti, mi ero spostato in una stanza più tranquilla tra gli uffici del coworking. Arrivato lì ho trovato uno dei vari gestori dell'archivio presenti, impegnato nello svuotare uno scaffale da scatoloni e scatoloni di documenti. Prendeva due scatoloni, li metteva uno sull’altro e li portava nella stanza dove stavo io. Stava facendo questo da forse un’ora prima che arrivassi io. Giunto lì, ha iniziato a raccontarmi il perché stesse facendo quel lavoro, lamentandosi del fatto che si stesse iniziando a stancare, per poi lasciarmi lavorare e riprendere il suo giro avanti e indietro.


Dopo averlo visto fare avanti e indietro 2 volte, mi sono fermato un attimo a pensare: “possibile che non ci sia un modo per fare le cose prima e meglio? Non abbiamo un carrellino qui o qualcosa simile?”. Tempo 20 secondi, e i miei occhi si sono posati su una delle sedie della stanza, con schienale, poggiabraccia e udite udite… 5 ruote.


Ho chiamato il tipo, e gli ho chiesto se avesse provato a mettere le due scatole sulla sedia e utilizzare quella come carrellino tra stanza e stanza per fare meno sforzo. Finita la frase, sbarrando rapidamente gli occhi con sorpresa mi ha risposto: “effettivamente non ci avevo pensato”.


Un minuto dopo era lì che faceva avanti e indietro spingendo scatoloni su una sedia con le ruote, mettendoci la metà del tempo e della fatica. ​Ora, l’esempio è estremamente banale (e anche eccessivamente autoreferenziale), però questa persona faceva il doppio degli sforzi da un’ora, e non gli era mai balenata per la testa l’idea di trovare una soluzione. Io ci ho messo 5 minuti. Parte di questo atteggiamento è legato anche ad alcuni aspetti dell’intelligenza. Messo di fronte ad un problema, ho cercato subito di trovare una soluzione e pensato a tutti i possibili metodi creativi per inventarmene una.​


Questa è una capacità vitale che spesso fa la differenza tra chi nella vita riesce a fare progressi rapidamente e chi no. In qualsiasi campo.


Pensate in un ambiente lavorativo, quante volte la gente non fa cose perchè non sa come farle o perchè abituata al fatto che "quella roba la fa sempre lui e ora è assente". Pensate quanto diverreste utili se foste quella persona che di fronte al problema prova a trovare una scorciatoia, ad imparare a risolverlo lui e a non arrestarsi di fronte al si è sempre fatto così e per questo non valuto alternative. Pensate a quanto vi riterrebbero importanti gli altri solo per questo. La tendenza naturale di molte persone è di limitarsi a fare il meno possibile, e difficilmente trovereste concorrenza in questo tipo di attitudine.


È un mix di creatività, inventiva e necessità. Ed è anche questa in un certo senso, intelligenza.


Il ragazzo del messaggio sulla Generazione Z, chiaramente non è abituato a trovare soluzioni ai propri dubbi da solo. Con questo non nego l’importanza in certi casi di chiedere aiuto a chi ha più esperienza o farsi aiutare in generale, ma non è questo il caso. ​


Se quella sua attitudine lo aiuterà o meno nella vita, se lo stia aiutando già adesso oppure stia lastricando il terreno per un percorso di insuccessi, questo non lo so.


Quello che ho imparato negli anni è che l’intelligenza nelle sue varie forme è reale, che l’IQ è reale, è che la vita è un test di intelligenza. Chi lo è di più, supera gli ostacoli con maggiore scioltezza o trova il modo di aggirarli. O crea una strada alternativa.

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