Il male ha mille volti. E uno specchio
- Simone Marchetti
- 7 ago 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Ci sono cose che accadono nel mondo che difficilmente si riescono a raccontare senza provare nausea o rabbia. Non sono scene di un film horror o dettagli tratti da un romanzo disturbante. Sono eventi reali, concreti. Cronaca.
Un uomo in Messico viene scuoiato vivo davanti a uno specchio, appeso poi a un albero, affinché moglie e figlia possano vederlo morire.
Una madre in Italia getta a terra la sua neonata, uccidendola, perché “non riusciva a dormire”.
Un presidente in un paese “civile” preme il pulsante che sgancia due bombe atomiche su civili inermi.
In Congo, una bambina di cinque anni viene mutilata come punizione per non aver raccolto abbastanza gomma. Poi giustiziata assieme alla madre.
Sull’altra sponda del mondo, uomini potenti abusano sistematicamente di minori su isole private, e il silenzio li protegge.
In Ucraina, una ragazzina perde la vita sotto le macerie della sua casa, colpita da un ordigno.
Nella nostra Europa, magistrati che lottano contro mafie vengono lasciati soli, sacrificati in nome di accordi inconfessabili.
In una discoteca, un giovane viene ucciso a calci, mentre decine di persone intorno continuano a ballare, a bere, a ignorare.
Ecco, il Male non si manifesta solo con urla e sangue. A volte è silenzioso. È nella passività. Nell’indifferenza. Nell’assenza di chi potrebbe agire e invece resta a guardare. Il Male non è sempre rumoroso. Ma è sempre presente. E spesso, cresce indisturbato quando chi potrebbe contrastarlo è troppo timido, troppo incerto, troppo “innocuo”.
Essere inoffensivi non è una virtù. C’è questa illusione diffusa che essere buoni significhi non essere pericolosi. Che il coraggio sia solo un accessorio, utile in rare occasioni. Che la mitezza sia il tratto distintivo delle anime elevate.
Ma la verità è che l’innocuo è anche, spesso, inutile. Un individuo incapace di reagire, di proteggere, di opporsi, non è buono: è impotente. E di fronte al Male, l’impotenza è una forma di complicità. Chi non sa impugnare un’arma – reale o metaforica – quando serve, sarà costretto a piegarsi. O peggio, tradirà pur di sopravvivere. Fingendo neutralità mentre lascia che l’ingiustizia vinca.
Il Male assume forme diverse. Violenza brutale. Corruzione. Menzogna. Propaganda. Seduzione. Manipolazione digitale. E per affrontarlo, non basta un solo tipo di forza. Servono strumenti diversi, competenze trasversali. Servono persone capaci di adattarsi al campo di battaglia.
Chiediti:
Sai esprimere con chiarezza e fermezza le tue idee?
Sai guadagnare fiducia con il tuo esempio?
Sai restare lucido sotto pressione, e non reagire con rabbia cieca?
Sai riconoscere le bugie, le incoerenze, le manipolazioni?
Sai scrivere in modo persuasivo, incisivo, netto?
Conosci i tuoi valori al punto da non barattarli?
Hai il coraggio di dire la verità, anche quando fa male o ti rende impopolare?
Sai resistere a ciò che ti tenta ma ti corrompe?
Hai una mente e un corpo pronti alla sfida, anche fisica, se serve?
E infine: sei pronto ad essere pericoloso se la situazione lo richiede?
Sono domande scomode. Ma essenziali. Se anche solo su una di queste risposte tentenni, forse è lì che dovresti iniziare il tuo allenamento.
Non diventare buono. Diventa pronto. Essere una brava persona non significa essere incapace di fare del male. Significa saperlo fare… e scegliere di non farlo, fino a quando non serve per proteggere ciò che conta. La vera bontà non è debole. È potenza tenuta sotto controllo. È forza che ha scelto una direzione.
Fate di voi stessi uno strumento consapevole. Un'arma, sì. Ma forgiata nella lucidità, nella preparazione, nel rispetto di ciò che è giusto.
Il Male esiste. Non si illude. Non si addomestica.
Si riconosce. Si affronta. Si combatte.
E per farlo… bisogna essere pronti a diventare pericolosi.